Sparire | Primo premio monologhi a Firenze

Firenze, via Luna, giardini nascosti e un grande murale onirico. Entro e mi presento, varie voci esclamano: “L’autrice da Venezia!”. Sì, sono io.

Si comincia con le canzoni popolari e dal pubblico partono sorrisi e coretti.

Svegliatevi dal sonno o’ briaconi
che giunta l’è per noi la gran cuccagna
s’ha da mangiar de’ polli e de’ piccioni
e ber del vin che vien dalla campagna
e la Menica con il cembalo,
la frullana la suonerà
Addio Carola – Carola addio

Sono a Firenze tra fiorentini, che bella cosa. La premiazione del concorso “Mara Chiarini” comincia, Anna Cottini legge estratti dal mio monologo Sparire. Accanto a lei mi sento un po’ fuori posto, all’inizio, ma poi mi guarda complice, mi rende partecipe del suo parlare e il pubblico ride. A “vi meritate tutte le corna che vi fanno i vostri mariti” scatta l’applauso. Perché? Non lo so, sarà il crescendo, sarà il gesto, ma sorge proprio dal core.

Ricevo la mia coppa, via con un’altra canzone e poi tocca ai dialoghi teatrali. Finalmente conosco Stefania De Ruvo, drammaturga marchigiana che seguo da anni. Ci parliamo, commentiamo la situazione e i testi, ci capiamo. Che piacere parlare di scrittura con un’altra autrice!

Baci e abbracci, si torna in albergo. Dalla terrazza vedo uno spicchietto di luna sopra la cupola di Brunelleschi. Tutto di corsa, tutto bello, un po’ di fame, le gambe molli. Ma che gioia, che gioia quando la parola non è più carta o pixel, ma è storia, è voce, è gesti, è musica, è un rito condiviso.